Non solo con le parole si esprimono idee, si rivelano nuovi significati.
L’AMULETO AZZURRO
Dopo aver dipinto paesaggi caratterizzati da una fitta vegetazione fantastica, sono ritornata alla natura morta con una nuova consapevolezza. Non ho voluto trattare i generi paesaggio e natura morta come due compartimenti stagni ma ho cercato di fondere, di contaminare la natura morta con elementi vegetali vivi. Le ultime opere, tra le quali anche L’amuleto azzurro, sono rappresentative di questo mio intento, dove la natura si riappropria dei propri spazi, interagendo e avvolgendo i soggetti del quadro. Questo percorso mi ha portato anche a riscoprire e valorizzare le forme primigenie e pure, come quelle dei solidi platonici, che diventano il supporto e contraltare per la natura, forse una necessità di tornare alle origini. In alcuni di questi quadri si vedono delle piccole piantine nascere proprio al di sotto degli oggetti così come si può vedere, camminando per le strade di una città, la natura che cresce negli interstizi o tra le fessure dell’asfalto. Condizioni di vita inaspettatamente efficaci. Ci sono anche altri piccoli segnali di una vitalità ancora persistente, come una goccia di resina che si distacca da un ramo secco. Ho inoltre rappresentato indirettamente anche lo scorrere del tempo, altra tematica per me importante, immaginando questi oggetti abbandonati per lungo tempo fino a quando è la natura a scoprirli creando una nuova e inaspettata armonia.
SORPRESA!FESTA CON MELA GOLDEN
Ho voluto reinterpretare il mito greco “La mela della discordia” dal punto di vista del significato. Gli oggetti rappresentati sono distanti dall’antichità e attualizzano il mito. Il palloncino dorato, riferimento all’oro della mela, comunica l’idea della festa. La “S” sta per Sorpresa, potrebbe trattarsi di un evento inatteso. La teiera rossa e i due pasticcini, che si contendono lo spazio cercando di primeggiare, richiamano le tre dee che rivendicano il trofeo. Compare sulla destra la mela, spesso presente sulle nostre tavole: la Golden Delicious. La mela d’oro del mito rivive qui grazie ad una mela comune ed è posizionata in secondo piano: la discordia non è sempre evidente. Spesso è un sorriso beffardo, una battuta velata. L’etichetta adesiva posta sulla mela, di solito personalizzata con la marca, riporta la frase in greco antico “alla più bella” (che era incisa sulla mela d’oro). È solo questo dettaglio che ci fa capire che stiamo parlando del mito. Guadando con attenzione noteremo che l’etichetta è parzialmente staccata. La vera sorpresa è che basta un piccolo gesto per disinnescare la discordia, per non cadere nei suoi tranelli: rimuovendo l’etichetta la mela tornerà ad essere un semplice e salutare frutto.
IL TEMPO E LA CHIOCCIOLA
Dipingo spesso nature morte, mi attraggono gli oggetti, la frutta, e le corrispondenze che possono nascere accostandoli tra loro. Quest’opera, dai colori accesi, tratta una tematica cara all’arte: il tempo, un’entità inafferrabile, inarrestabile che condiziona la nostra vita. In uno spazio piano, ho dipinto tre vecchie brocche che occupano la maggior parte del quadro risultando quasi incombenti. Osservandole con attenzione si possono vedere delle piccole ammaccature sullo smalto: sono indice della vita che è trascorsa. Il passare del tempo, spietato e fatale, vede come protagonista l’orologio, al centro del quadro, anche se le lancette non si muovono e se non sentiamo il loro rumore. Ho rappresentato un attimo, che si svincola dal tempo: tutto è immobile, definito, immutabile, un momento di chiarezza che apre una nuova dimensione, rimanere sospesi per poter pensare. Forse la chiocciola, un gioco da bambini, vuole indicarci un possibile modo di vivere il tempo, che non è quello confuso e contraddittorio che spesso ci circonda, ma è quello lento, graduale e le sue antenne con gli occhi grandi sembrano invitarci ad una nuova consapevolezza.
CAPRICCIO #2
Questo paesaggio naturale è popolato da una vegetazione costituita da piante realmente esistenti che si mischiano ad altre di mia invenzione, ogni elemento è stato indagato ed rappresentato con precisione. Si tratta di un mondo immaginario, frutto della fantasia, dove le piante reali dialogano spontaneamente con quelle inventate, una flora espressiva e al contempo pervasa da un misticismo misterioso ed inatteso. Accostamenti insoliti, fiori smisurati e colori contrastanti sono messi in risalto da un’atmosfera inquieta, che oscura le montagne sullo sfondo rendendole confuse e imprecise. Non ci sono figure umane ma i fiori gialli sembrano prendere il loro posto, sono i veri protagonisti: appassionati ed espressivi vogliono squarciare l’oscurità con il loro carico di energia, ascetismo e passione. Le dimensioni piccole dell’opera sono volute, colui che si affaccia per osservare questo mondo deve avvicinarsi al quadro, fermarsi ad osservare, scoprire il dettaglio, immergersi in una nuova dimensione. Una sorta di miniatura che richiede una pausa rispetto al mondo di oggi, saturo di immagini che spesso sfuggono alla nostra riflessione.
CAPRICCIO #1
Questo quadro riprende un’opera del pittore William Hogarth, Chiswick House (1741). Ho voluto rileggere quest’opera a distanza di quasi tre secoli, lasciando inalterata la parte inferiore dove le due figure, in abiti settecenteschi, occupano uno spazio definito, quasi fossero su un palco di un teatro: l’area è pulita, lineare, regna l’ordine. Ho mantenuto inoltre due elementi, già presenti nell’opera di Hogarth: la siepe, che con l’intervento dell’uomo che l’ha potata e sagomata, è più elemento architettonico che naturale, e la balaustra, artificiale proseguimento della siepe. Questi due elementi fungono da confine, ultimo baluardo del mondo fatto di regole codificate. Ed ecco dietro, irrompere la natura, espressiva e mistica, una flora spontanea che invade lo spazio con combinazioni improbabili di piante e fiori. A parlarci è l’intrinseca e potente vitalità della vegetazione che rigogliosa, fuori dagli schemi, prende il sopravvento rispetto a regole precostituite. Le figure in primo piano osservano e commentano l’inatteso con un’eleganza classica che si contrappone con la natura inquieta e capricciosa. È un piccolo quadro, quasi una miniatura, che gioca sui contrasti, un mondo nuovo che sa di ignoto e di avventura, il tutto pervaso da una luce tenue e morbida. Una nuova dimensione che non vuole spaventare ma è lì, pronta per essere esplorata ed immaginata.